Pet Therapy
La prodigalità dell’affetto degli animali rappresenta un efficace mezzo per migliorare le aree emotive, sociali e comportamentali di persone in difficoltà. La cosiddetta “Pet Therapy” nasce negli anni ’60 con lo psichiatra infantile Boris Levinson, il quale colse gli effetti positivi sortiti dalla presenza del suo cane durante le sedute. Negli anni ’80 Erica Friedmann osservò un’interessante correlazione tra la sopravvivenza di pazienti cardiopatici ed il loro possesso di animali domestici: la sola osservazione di un animale era capace di indurre nei degenti la diminuzione della pressione arteriosa, la regolarizzazione del battito cardiaco e della respirazione, nonché il rilassamento del tono muscolare e delle espressioni del viso.
La zooterapia, più comunemente conosciuta come Pet-Therapy, può coinvolgere animali di piccola taglia come cani, gatti e conigli ma anche cavalli ed asini.
Diverse tipologie di intrevento con animali :AAA, AAE & AAT
È importante però distinguere le diverse tipologie degli Interventi Assistiti con Animali, definite con le sigle AAI , differenziando le attività assistite ludico ricreative (AAA), dagli interventi educativi ( AAE )e da quelli autenticamente terapeutici (AAT).
Le AAA (Animal Assisted Activities) sono delle attività ludico-ricreative tese a migliorare la qualità della vita di persone con disabilità fisica o psico-fisica. Le AAE (Animal Assisted Education) sono interventi di tipo educativo con finalità relazionali e di inserimento sociale, nonché rinforzare l’autostima dei soggetti coinvolti. Le AAT (Animal Assisted Therapies) sono invece dei veri e propri percorsi di terapia con l’obiettivo di migliorare lo stato fisico, sociale, emotivo e cognitivo dei pazienti. Fin dal principio le sedute hanno un chiaro obiettivo terapeutico e sono progettate da équipe multidisciplinari composte da operatori specializzati, educatori, psicomotricisti, psicologi e veterinari.
Green Care
Attualmente sta prendendo piede la Green Care. Non solo gli animali ma pure le fattorie e i contesti rurali assumono un ruolo centrale nella promozione della salute fisica e mentale: anche natura e vegetazione diventano un elemento terapeutico. A tal proposito, una ricerca condotta su un campione di pazienti psichiatrici ha dimostrato l’efficacia della pet therapy con animali da fattoria nell’aumentare la percezione di auto-efficacia e le abilità di coping.
I benefici della presenza del cane
La presenza degli animali, nello specifico dei cani, sembra essere un fattore facilitante all’interno di contesti terapeutici ed educativi con i bambini proprio perché questi li percepiscono come un operatore non giudicante: il cane non critica, non sentenzia, non mostra impazienza o distrazione. I pensieri negativi vengono gradualmente attenuati dalla compagnia confortante ed accogliente dell’animale, con cui si esprimono le emozioni in maniera più immediata ed autentica.
READ® dog
Queste evidenze hanno portato alla formulazione del progetto READ® dog (Reading Education Assistance Dogs): esso consiste in un intervento di alfabetizzazione durante il quale il bambino legge ad un cane in presenza di un istruttore appositamente formato. L’idea alla base è che la presenza del cane possa agevolare il superamento dell’ansia di leggere ad alta voce: la sua partecipazione tranquilla e silenziosa consente di leggere al proprio ritmo, senza il timore di venire giudicati.
L’intervento READ® dog rientra in uno speciale programma per il supporto alla lettura fondato nel 1999 dall’organizzazione no profit americana Intermountain Therapy Animals (I.T.A.). La lettura si deve svolgere “one to one”, in modo tale che ad ogni bambino venga assicurato un setting unico e raccolto. L’intervento si svolge in 8/10 incontri settimanali della durata di 20 minuti durante i quali il bambino, seduto comodamente su un materassino, legge un libro di propria scelta al cane READ®. Ogni seduta prevede la presenza di professionista conduttore del cane.
Questo tipo di professionalità non si improvvisa, gli operatori del team READ® non solo possiedono il riconoscimento come coadiutore del cane in AAI ma hanno anche frequentato uno specifico corso per diventare professionisti READ®.
I giovanissimi partecipanti al progetto hanno mostrato maggiore rilassamento e fiducia in sé, oltre ad una riduzione della pressione sanguigna. In aggiunta, incrementando la motivazione dei bambini migliorano le performance nella lettura e l’apertura alle attività di apprendimento. L’attenuazione della ansia da lettura diminuisce la fatica per impadronirsi del significato letterale del testo, potenzia il coinvolgimento emotivo e contrasta la frammentazione dell’esperienza. Questo tipo di intervento può ridurre la sfiducia verso la lettura e il cosiddetto “effetto Matthew”, per cui un’insufficiente capacità di lettura impedisce l’apprendimento anche in altre aree di studio. Risultano quindi evidenti le possibili proficue potenzialità di questo progetto in casi di balbuzie e dislessia, utilizzando il programma in equipe psicologiche specializzate in età evolutiva e Disturbi dell’Apprendimento (che in Lombardia , a differenza delle altre regioni italiane, possono essere strutture private purchè autorizzate dalle asst territoriali ad attività di prima diagnosi e certificazione.
La dinamicità di questi tipi di setting comporta una grande difficoltà di standardizzazione poiché la disposizione di protocolli può significare, per alcuni operatori, snaturare il tipo di attività. È essenziale però verificare gli effetti del READ confrontando tra loro allievi che seguono questo programma con allievi che ne seguono uno diverso (la lettura congiunta) o che non seguono specifici programmi di potenziamento (gruppo di controllo). Inoltre, risulta particolarmente interessante condurre questa analisi nella nostra lingua, caratterizzata da una grammatica trasparente, poiché nessuno studio su questo tema è stato realizzato con bambini italiani. La tematica è dunque aperta e merita un approfondimento.
Riferimenti bibliografici
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